Toscana Centrale
Castello dei Rampolla

d'Alceo Rosso Toscana IGT/bd

potente
biodinamico
Vino rosso
Barrique
Cabernet Sauvignon, Petit Verdot
complesso / multistrato, speziato
IGT/bd
rotondo
Holzkiste 1er
Rarità
2038
14 %
Antonio Galloni: 97
Falstaff: 96
Parker: 96
Wine Spectator: 93
Dimensione
Annata
2019 , 150 cl

CHF 248.00

Ritratto di vino

La Di Napoli-Rampolla è una delle famiglie di proprietari terrieri più antiche della Toscana. Si occupa direttamente di viticoltura solo dal 1965, un tempo tuttavia abbastanza lungo per rientrare tra i pionieri del moderno Chianti Classico. Alceo di Napoli è stato il primo nel Chianti a piantare il vitigno Cabernet Sauvignon originario di Bordeaux, non solo per produrre nuovi vini, ma anche per aggiungere una nuova dimensione al Chianti tradizionale. L'ultimo vigneto piantato ancora da Alceo di Napoli (1990) si trova in cima alla collina, esposto a sud. La peculiarità di questa parcella sta nella scelta delle varietà, ovvero Cabernet Sauvignon (minimo 85%) con un po' di Petit Verdot, e nella densità d'impianto: oltre 10.000 viti per ettaro. La resa di ciascuna vite è di soli 350 grammi circa di uva, un fattore imprescindibile per la creazione di un vino che non ha eguali nella sua monumentale ricchezza. E ad ogni annata vanta i punteggi più alti da parte delle più rilevanti pubblicazioni sul vino. Insomma, una garanzia.

Informazioni sul produttore

Castello dei Rampolla

I di Napoli-Rampolla sono tra i più antichi proprietari terrieri della Toscana. La famiglia ha però iniziato a occuparsi di viticoltura solo a partire dal 1965 e la prima annata è stata imbottigliata nel 1975. Alceo di Napoli è stato il primo nel Chianti a piantare il Cabernet Sauvignon di Bordeaux con l’intento di produrre nuovi tipi di vino, ma anche per condurre il Chianti tradizionale in una nuova, fortunata dimensione. Dal 1994 sono responsabili dell'azienda di famiglia i figli di Alceo, Maurizia e Luca. Uno dei primi interventi apportati da Maurizia e Luca è stata la conversione, ultimata nel 1998, all'agricoltura biodinamica. Ad oggi non hanno tuttavia richiesto la corrispondente certificazione. I due fratelli hanno però ridotto notevolmente il numero delle varietà allevate e si sono concentrati sulle rese provenienti dalle loro migliori posizioni, tutte nelle immediate vicinanze del Castello dei Rampolla. L'azienda ha presto ritrovato la strada del successo e ha saputo legare il proprio nome alla storia della rivoluzione del vino italiano, che aveva contribuito a scrivere negli anni Settanta. Per quanto riguarda la biodinamica, Maurizia spiega che questa non è il risultato di un progetto ambizioso. Anzi, il concetto è molto semplice, essendo "l'attuazione della saggezza della gente che ha sempre vissuto con e nella campagna. La fai, ma non ne parli.” Chiunque visiti il Castello rimarrà stupito dalla sua bellezza e dalla semplicità con cui si lavora in cantina. Colpisce senz’altro il fatto che i vigneti abbiano tra gli 8.000 e i 10.000 ceppi per ettaro e che ogni vite doni pochissima uva. Questo porta la pianta ad aumentare la sua resistenza e a concentrare la sua energia nei grappoli.

Il Vigneto

Maurizia e Luca di Napoli

Italia, Toscana Centrale

34 ha

80 000 bottiglie

1965